Una invenzione incredibile

di Flavia Messina

Quando avevo circa 10 anni mio nonno mi raccontava delle storie sulla sua carriera di scienziato. La mia preferita era quella della macchina rimpicciolente. Era circa il 1995 e mio nonno aveva più o meno 54 anni, voleva inventare qualcosa che cambiasse un po’ il mondo. Lui e il suo compagno Mark stavano pensando a cosa costruire e all’improvviso a mio nonno, detto anche William, venne l’idea di costruire una macchina che rimpicciolisse le cose.

Da quel momento il nonno e Mark stettero ore e giorni a lavorare alla costruzione della macchina ma c’era un elemento fondamentale che mancava: la macchina aveva bisogno di un carburante per funzionare.

Il nonno quasi per caso ebbe un colpo di genio: per concludere la macchina serviva un liquido blu che era molto raro da trovare, quella sostanza era, infatti, contenuta in un fiore che cresceva sulle montagne dell’Appennino campano.

Fortunatamente il nonno, che da giovane aveva raccolto tantissimi di questi fiori e li aveva poi chiusi in alcuni barattoli, ne conservava ancora un bel po’ nel laboratorio.

Alla fine il nonno e Mark riuscirono a costruire la macchina, ci impiegarono moltissimo tempo. Quella macchina era davvero stranissima con quel liquido blu che scendeva già dappertutto ricoprendo tutto il pavimento come un tappeto. Mark ebbe il compito di testare la macchina e, per farlo, scelse un mattoncino di 10  cm che sistemò nell’apposito contenitore prima di avviare la macchina che, dopo qualche minuto, fece diventare il mattoncino di soli 4,5 cm.

Era ufficiale: la macchina funzionava davvero. Era un invenzione incredibile!

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