Premio Eolo Award 2020 Miglior Progetto a Teatro Scuola Vedere Fare di Casa del Contemporaneo/Le Nuvole

Con una diretta streaming sulla pagina facebook del Festival Segnali a cura di Teatro del Buratto ed Elsinor, nella serata di lunedì 18 maggio sono stati annunciati i vincitori dei Premi Eolo 2020 per il Teatro Ragazzi, ideati dal direttore della rivista online Eolo Mario Bianchi. A Teatro Scuola Vedere Fare di Casa del Contemporaneo/Le Nuvole il premio quale Miglior Progetto per la “condivisione, il confronto e il dialogo fra la scuola e il teatro che, d’intesa, mirano ad avvicinare le nuove generazioni ai linguaggi artistici ed espressivi come forma di conoscenza e di relazione con gli altri e il mondo coinvolgendo attivamente gli allievi, gli insegnanti e i genitori costantemente accompagnati da una equipe multidisciplinare di esperti. La classe così diventa un vero e proprio laboratorio teatrale, che dura quanto l’intero anno scolastico da ottobre a maggio che porta alla creazione di un vero e proprio spettacolo teatrale che viene proposto durante il festival Maggio all’Infanzia. Nel contempo gli insegnanti stessi collaborano all’ideazione della stagione teatrale di spettacoli da proporre ai ragazzi in orario scolastico e alla famiglia riunita negli orari domenicali”.

Ideato e realizzato da Morena Pauro di Le Nuvole con Casa del Contemporaneo in stretta collaborazione con Salvatore Guadagnuolo e Peppo Coppola di AgitaGiorgio Testa e lo staff di Casa dello Spettatore il progetto TEATRO SCUOLA VEDERE FARE – giunto quest’anno alla 6a edizione – è rivolto a classi di scuola primaria e secondaria ed è articolato in: attività di incontro formazione dei docenti (riconosciute dal MIUR) e, per la sezione vedere, la visione di spettacoli di compagnie professioniste nell’ambito della rassegna YOUNG di Casa del Contemporaneo al Teatro dei Piccoli e alla Sala Assoli di Napoli, sia in orario scolastico con i docenti, che nei festivi con le famiglie, mentre, per il fare, attività di laboratorio teatrale a scuola, condotto dai docenti, costantemente supportati dagli educatori. La conclusione è affidata ad una rassegna dedicata al “teatro prodotto in classe”, denominata MAGGIO ALL’INFANZIA e realizzata al Teatro dei Piccoli, in cui gli spettacoli sono assolutamente corali, senza grandi scenografie o effetti speciali, dove ci sono solo le parole dei ragazzi che raccontano e si raccontano in uno spazio dedicato ai loro pensieri e alle loro parole. Il fine è la creazione (o il rafforzamento) di un gruppo classe forte e coeso con il dichiarato intento di coinvolgere TUTTI in un lavoro sinergico, dove sentirsi protagonisti, coinvolti e motivati in tutte le fasi del processo, a partire dalla stesura del testo fino alla messa in scena.

Il MAGGIO ALL’INFANZIA a Napoli – realizzato in collaborazione con Kismet/Teatri di Bari in contemporanea e nell’ambito dell’omonimo festival di teatro per ragazzi in Puglia con anteprime per operatori teatrali e workshop per docenti ed operatori culturali – è di certo una rassegna di teatro fatto dai ragazzi ma anche e soprattutto una festa finale, un’ulteriore occasione di confronto, un momento di condivisione aperto a tutta la città, uno spazio e un tempo esclusivamente dedicato alla “nuovissima drammaturgia” e alla poetica delle nuove generazioni.

In 6 anni il progetto ha coinvolto 13 scuole, 406 docenti, 3.700 bambine e bambini, ragazze e ragazzi di scuola primaria e secondaria di Napoli e Pozzuoli. Il teatro, con la propria modalità creativa, si è integrato con l’esperienza scolastica e ha consolidato i percorsi curriculari e di didattica perchè il teatro riesce a plasmare la scuola creativa e la scuola può uscire dai suoi schemi per trovare uno spazio edenico dove realizza i propri sogni. I ragazzi si confrontano e giocano al teatro in una realtà virtuale e vera, dove finalmente sono i protagonisti assoluti. Nulla, tuttavia, potrebbe aver luogo senza la generosa partecipazione dei docenti, senza il loro tempo, le loro energie, le loro competenze, e senza la collaborazione dei Dirigenti Scolastici e dei genitori.

Tutto questo è nato dall’incontro tra persone, docenti e operatori culturali – riferisce Morena Pauro in una nota – che nel passato avevano condiviso pezzi di strada insieme. Quale senso poteva avere il nostro lavoro, in un teatro e una scuola dove la sperimentazione, la ricerca, la condivisione era sempre meno gradita? In quel primo incontro è nato tutto e ho trovato compagni di viaggio forti di pensieri, professionalità, amore per il proprio lavoro e, insieme, con entusiasmo, abbiamo iniziato nuovamente a credere ad una funzione politica e culturale e del teatro e della scuola. Presto alcuni docenti sono partiti con me alla volta di rassegne e festival riservati agli operatori del settore. Ne è nata una nuova collaborazione, un’ulteriore arricchimento e uno scambio prezioso. Da allora anche il nostro cartellone Young è frutto di condivisione allargata al mondo della scuola. Per concludere, citando il “ciascuno cresce solo se sognato” di Danilo Dolci, Teatro Scuola Vedere Fare è tutto il nostro lavoro a tutto tondo, lo abbiamo sognato e continuiamo a sognarlo tanto e fortemente. Ed è cresciuto tra le nostre mani e sotto i nostri occhi per numeri e per qualità e ha di fatto creato una comunità fatta di tante persone e di tante professionalità che ora, sono qui – tutte e sono tante – con me, a ritirare questo premio EOLO AWARD al miglior progetto. Noi continueremo a sognare e a crescere!

Nel marzo 2019 i primi 5 anni di lavori e ricerca intorno al progetto TEATRO SCUOLA VEDERE FARE vengono presentati nella pubblicazione “Spazi pratiche estetiche per una poetica pedagogica” – edito da Liguori e oggi già alla seconda ristampa – scritto da Maria D’Ambrosio, professore associato in pedagogia generale e sociale del corso di laurea in scienze della formazione presso l’Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa” (Napoli). Il testo riconosce e sostiene il cuore del progetto ovvero il lavoro in team in cui insegnanti, operatori teatrali, mediatori culturali organizzano le proprie competenze in un processo interdisciplinare al centro del quale è posta una “persona in fase di crescita e trasformazione” fino alla condivisione degli esiti finali dei laboratori realizzati a scuola quale reale esperienza di comunità che assicuri a tutti il proprio spazio, perchè uno spettacolo è un gioco di squadra in cui si partecipa tutti paritariamente.

>>> Comunicato Premio Eolo a Le Nuvole 19 maggio

>>> Video diretta Premiazione Eolo Award 2020

>>> qualche scatto delle edizioni 2028 e 2019 del MAGGIO ALL’INFANZIA NAPOLI

 

L’ANGOLO del BUONUMORE

a cura di Flavia Messina

Le cotolette prima di essere lette erano coto-scritte?

Cosa dice un’anguilla ad un’altra anguilla? Stai tranquilla!

Sai perché un pomodoro passa sempre per ultimo? Perchè è rosso!

Perché Ronaldo va sempre in chiesa? Perché è Cristiano!

Come si cancella il mare? Col gommone!

Cosa dice un’arancia ad un’altra arancia che sta cadendo da un albero? Arranciati!

Sai perché una rana al semaforo passa sempre per prima? Perchè è verde!

Sai che suono produce il campanello delle scimmie? King kong!

Un giorno d’inverno la figlia stufa scappa di casa, i genitori muoiono di freddo!

Sai qual è il colmo per un mango? No, mango io!

 

Ci vorrebbe un amico

Ciao Dolly! di Asia Volpe

Avevo un cane di nome Dolly. Dolly era un cane a pelo lungo, femmina e aveva il manto di colore nero. Quando sono nata lei già era nella nostra famiglia quindi sono cresciuta con lei. Era molto dolce ed era abituata a stare con i bambini perché stava tutta la giornata nel negozio con mio nonno. Era molto golosa e mangiava qualsiasi cosa soprattutto wurstel. Quando uno di noi iniziava a mangiare, lei si accucciava davanti e finché non le davi un pezzettino lei non si muoveva. Era affettuosissima e io le volevo molto bene. Purtroppo ora non c’è più. È morta il 26 novembre 2018 all’età di 12 anni. Ho pianto molto, ci sono rimasta molto male ma in fondo lei è sempre con me anche se non la vedo. Ciao Dolly!

Una mail da Milano di Francesco Spina

Io sono Francesco, vivo a Monterusciello e frequento la 5B della scuola Italo Svevo Qualche mese fa ho ricevuto una mail dal mio amico Luigi che frequenta la I media di una scuola a Milano e mi ha raccontato di avere problemi con alcuni compagni di classe che non lo avevano accettato e lo trattavano molto male. Si sentiva solo e mi ha chiesto di aiutarlo. Mi sono molto dispiaciuto e gli ho consigliato di parlare con loro e cercare di diventare – lui per primo – loro amico. Per me l’amicizia è tutto:                     è volersi bene, aiutarsi, farsi compagnia. Tutti abbiamo bisogno di amici, io cerco sempre di essere disponibile con tutti e di comportarmi bene e finora anche gli altri lo hanno fatto con me, per questo ho tanti amici.

 

L’ULTIMO ANNO DI SCUOLA di Michele Cannavacciuolo

Per me è molto importante quest’ultimo anno di scuola, perché il prossimo andremo in prima media cioè la scuola secondaria di primo grado. Avremo altre insegnanti che di sicuro saranno sconosciute sia a me e che a tutti i miei amici. E’ molto emozionante per me, perché sarà un’esperienza completamente nuova sul piano dei sentimenti e dei luoghi dal momento che dovrò cambiare anche edificio scolastico.

Ancora ricordo il primo giorno di scuola primaria: una giornata molto ma molto bella soprattutto se penso alle facce di tutti quei nuovi compagni che ora sono dei miei amici. Persone importanti per me così come le maestre. Certo nei loro confronti il sentimento è un po’ diverso: ci hanno accolti molto bene e continuano a farlo ogni giorno però, se le facciamo arrabbiare, riescono anche a diventare delle “belve affamate” che un prima ci spaventano, un po’ ci zittiscono ma poi la chiacchiera riprende e l’aula diventa di nuovo un mercato del pesce!

 

 

 

 

 

Monteruscello si fa bello

di Antonio Imperatore

 

Il quartiere denominato Monteruscello è stato costruito negli anni ‘80 in seguito al bradisismo di Pozzuoli.il quartiere, infatti, è stato costruito nel territorio dei Campi Flegrei che sono un enorme cratere di un vulcano ancora attivo. Monterusciello non nasceva nel progetto come è adesso, ma avrebbe dovuto essere una Pozzuoli 2 cioè un quartiere con campi da calcio, uno stadio, negozi, supermercati, un teatro un cinema…insomma molti servizi. Invece ora si trovano solo palazzi, che dovevano essere demoliti, e alcuni scheletri di edifici mai completati per i servizi le persone soprattutto per i piccoli.

Tuttavia ci sono molte aree verdi che dovrebbero essere meglio attrezzate; tra queste c’è la pista ciclabile, di forma ovale, che era stata costruita anche con giostre ma il tutto è stato distrutto da atti vandalici. Sono iniziati degli interventi di riqualificazione come la realizzazione di spazi con attrezzi per praticare altri sport oltre la corsa e l’atletica leggera. La pista ciclabile si trova vicino alla tangenziale di Napoli, che secondo me è inappropriata perché se qualcuno vuole andare in pista per correre non respira aria pulita ma aria sporca. Il posto è anche un pò rumoroso a causa delle tante auto che viaggiano ad alta velocità, causando anche incidenti. Senza considerare che c’è una sola fontanella spesso rotta o comunque con poca acqua per dissetare tutti gli atleti. Ancora oggi la pista si trova in uno stato di degrado, perché la sua riqualificazione è iniziata ma in modo molto lento.

 

 

 

I buoni comportamenti in caso di terremoto

1 METTITI AL SICURO

Se sei in un luogo chiuso, cerca riparo nel vano

di una porta di un muro portante o sotto una

trave, o comunque allontanati dal centro della

stanza per proteggerti dalla caduta di vetri,

intonaco o altri oggetti.

 

2 ATTENZIONE ALLE SCALE

Fai attenzione all’uso delle scale:

spesso sono poco resistenti e possono

danneggiarsi.

 

3 NON PRENDERE L’ASCENSORE

Meglio evitare l’ascensore:

si può bloccare.

 

4 STAI LONTANO DALLE COSE CHE POSSONO CADERE

Se sei all’aperto, allontanati da edifici, alberi, lampioni,

linee elettriche: potresti essere colpito da vasi, tegole e

altri materiali che cadono.

 

5 NON METTERTI SOTTO UN PONTE

Fai attenzione alle altre possibili conseguenze

del terremoto: crollo di ponti, frane, perdite di gas ecc.

 

6 NON USARE IL TELEFONO

Limita, per quanto possibile, l’uso del telefono, per

lasciare le linee telefoniche libere per i soccorsi.

 

per informazioni o segnalazioni: contact center Dipartimento della Protezione Civile, numero verde 800 840 840

 

 

 

 

 

COME UN TERREMOTO…

di Giorgia Pistone, Volpe Asia, Flavia Messina, Serena Pollice, Biagio Longobardo, Marika Murgia

 

Data: 17 aprile 2019 ore 14:45

Luogo: Monteruscello_via Italo Svevo_plesso Svevo dell’Annecchino Rodari

 

Il giorno mercoledì 17 aprile 2019 i bambini delle classi 5B e 5°A dell’IC 3 di Pozzuoli – plesso Svevo hanno inscenato la simulazione di un terremoto. Ognuno di noi ha interpretato un personaggio e poi, alcuni di noi che avevano il ruolo di giornalisti, hanno raccontato com’è andata. Ecco cosa è accaduto. 


Quando siamo arrivati sul posto, in via Italo Svevo a Monteruscello, erano circa le 15:14 del pomeriggio e le scosse erano terminate circa da mezz’ora. Davanti alla scuola, il plesso Svevo dell’Annecchino Rodari, i bambini erano molto spaventati. Non c’erano solo bambini, ma anche alcuni genitori che, avendo sentito le scosse, appena hanno potuto si sono diretti a scuola a vedere come stavano i propri figli. E così ci siamo messi a raccogliere le impressioni delle persone. Abbiamo intervistato due maestre che, al momento della scossa, erano impegnate in una semplice lezione di matematica.

All’improvviso abbiamo sentito un rumore e ci siamo rese conto che era un terremoto perché si muoveva tutto. Abbiamo provato molta paura per noi e per i nostri alunni, ma sapevamo cosa era necessario fare e soprattutto siamo state veloci a dire ai nostri ragazzi di mettersi sotto ai banchi. Noi stesse ci siamo messe sotto la cattedra per proteggerci. Per fortuna non ci siamo fatte male, ma è stata sicuramente una brutta avventura nonostante il terremoto non è stato molto forte!”.

Ecco altre interviste:

Io ero a casa a giocare con la playstation perché stamattina non ero andato a scuola e trovandomi in mezzo a questa situazione mi preoccupavo per la mia playstation. Ho pensato subito a portarla con me sotto alla scrivaniaMichele, 10 anni

Mi incamminavo per la strada per andare a scuola e stavo facendo le mie stories giornaliere su facebook ma non avevo una grande ispirazione per postare e il percorso da fare era quasi finito! Poi ad un certo punto mi è volato il telefono da mano e mi sono spaventato tantissimo… ma per fortuna il telefono non si era rotto! Ma quel telefono era volato via per una scossa di terremoto!!! Quando l’ho capito mi sono spaventato anche di più, ma ho fatto un bel respiro e mi sono messo subito a… scattare di nuovo delle foto e dei video: alberi piegati, macchine ferme e ammaccate che insieme ai clacson e alle urla avrebbero fatto tantissimi like! Mi raccomando seguitemi su istagram!Vincenzo, 30 anni

 

Stavo cucinando come tutti i pomeriggi per la cena e ad un certo punto viene la scossa di terremoto ed io nel panico totale mi sono messa come una sciocca con la testa sotto il tavolo. Appena sono finite le scosse, mi sono preoccupata dei miei familiari e sono scesa per corre dai miei figli a scuola”  Cira, 45 anniIo pure stavo a casa, stavo fumando una sigaretta vicino alla finestra”dice Maria Grazia, detta la Gemella – “Che paura, è stata la prima volta che ho sentito un terremoto. Ho cercato un pilastro e mi sono messa là sotto”. Anche Luisa, che era in cucina a preparare il caffè ha dichiarato di aver provato una sensazione di totale panico ma che parlare con noi giornalisti dopo l’accaduto l’ha aiutata a rasserenarsi.

“Quando ci sono state le scosse del terremoto ho avuto tanta paura e sono corso a spingere sotto il muro i miei figli. Io ero nel salotto a vedere la televisione ma avevo paura per i piccoli ai quali ho detto di non muoversi. Dopo siamo andati a trovare i nonni, i miei genitori” Procolo, 47 anni

Questa esperienza è servita a preparaci in caso di una eventuale scossa di terremoto,
a capire i le cose da non fare e sperimentando i comportamenti corretti da avere.

 

Comportamenti…SOCIAL

E’ IMPORTANTE non usare i social prima di aver compiuto 18 anni… ma se proprio non riesci a resistere, chiedi ai tuoi genitori il permesso ad aprire un profilo personale.

Se i tuoi genitori o i tuoi familiari ed amici più grandi ti permettono di usare il loro account ricordati che i contenuti che leggi sono soprattutto per persone adulte e quindi non adatti ad un bambino. Quindi usa i social sempre alla presenza di una persona adulta.

di Dario Russo, Benedetta Polverino, Miriam Perrota, Gaia D’Angelo

 

1 non dire il tuo nome vero,
utilizza un nick name

2 dichiara sempre la tua età,
perché potresti avere dei contatti da persone adulte o contenuti non adatti ai bambini

3 mantieni l’account privato:
non inserire mai il tuo numero di telefono
non inserire mai la posizione di casa tua o informazioni sui tuoi spostamenti

4 non condividere foto personali,
ma solo disegni o opinioni su qualche argomento

5 assicurati di conoscere le persone che ti contattano
prima di accettare la loro richiesta di amicizia

 

Inchiesta sui pericoli dei social network

Io penso che i social siano pericolosi perché qualunque cosa tu pubblichi dopo può diventare un’arma di offesa. Io come social preferisco Whatsapp, perché si può messaggiare solo con amici e familiari e comunque condividere foto e video. Il secondo social che preferisco è Instagram, perché puoi mandare messaggi (chiamati dirrect) a gente famosa che ti può rispondere o può visualizzare il messaggio ma non mandarti nessuna risposta: Il secondo motivo è che puoi vedere le foto come si fa su Facebook e postare le foto tue, puoi mettere un cuoricino oppure un commento e puoi anche seguire la persona che vuoi solo scrivendo il suo nickname. Puoi seguire e vedere tutte le foto del suo profilo. Michele Cannavacciuolo

Secondo me i social si possono usare ma bisogna sapere come usarli. Spesso infatti non appena una persona posta una foto, le persone sono immediatamente pronte a criticarla dimostrando solo invidia. Questo comportamento per chi riceve le critiche è però molto doloroso. Francesca Tortorelli

Per me oggi il principale pericolo sui social sono quelli che fanno finta di essere dottori e provano a costringere altri ragazzi a compiere gesti pericolosi anche attraverso delle minacce. Molte di queste persone creano profili falsi. Lucia Volpe

Per me i social sono delle cose che fanno male ai ragazzi, costringendoli a far fare delle cose che non vogliono. Cose come facebook e instagram non vorrò averle mai…E poi su instagram ti possono contattare e far finta che hanno 10 anni ma in realtà hanno 22 anni… .Imma Ercole

Io penso che i social network siano molto pericolosi perché qualunque cosa tu posti, è possibile per gli altri prendere i tuoi dati privati come il numero di telefono magari per contattarti in privato. Insomma ci sono molti pericoli, probabilmente Instagram è il social più sicuro. Asia Volpe

“Per me i social sono una bella cosa e anche un passatempo però andrebbero usati con moderazione e anche la privacy è una cosa importante. Soprattutto si dovrebbe usare per le cosa importanti e non si dovrebbe usare per giudicare gli altri solo per l’aspetto perché attraverso lo schermo non si può conoscere una persona del tutto. Flavia Messina

“Instagram, twitter, facebook e tanti altri social per me sono la rovina del mondo. Non bisogna pubblicare la propria vita, perché ci sono molti pericoli in rete! E i bambini passano troppo tempo vicino al telefono invece di andare a giocare con altri bambini nel parco. Benedetta Polverino

Io non dico che una persona non possa avere social come instagram o facebook ma almeno rispettare gli altri e non implicarli a fare delle cose che loro non vogliono oppure metterli in imbarazzo…insomma ognuno pensi solo alla propria vita. I social infatti sono anche un motore di ricerca se usati correttamente ci possono dare molte informazioni utili. Serena Pollice